Nuovo accordo sui dazi USA: cosa cambia davvero per le aziende europee?

Il 27 luglio 2025 gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno firmato un accordo commerciale che stabilisce un dazio fisso del 15% sulla maggior parte delle merci europee importate negli USA. Questo accordo ha permesso di evitare dazi ancora più elevati (fino al 30%) e rappresenta un punto di svolta per molti settori dell’export europeo.

In questo articolo analizziamo:

  1. Come cambiano i dazi settore per settore
  2. Quando entrano in vigore
  3. Come e quando si applicano
  4. Differenza tra dazio sostitutivo e cumulativo

1. Cosa cambia: confronto prima e dopo, settore per settore

SettoreDazi precedentiDazi dopo l’accordo (27/07/2025)
Vino e alcolici0–2,5%15%
Cosmetici e profumi0–2,5%15%
Moda e tessile5–10%15%
Arredo e design5–10%15%
Auto e componenti (UE)10–25%15% (uniforme)
Farmaceutico (API)0–5%15% o esenzione totale
Semiconduttori / chip0–5%15% o esenzione totale
Acciaio e alluminio25%50% (già attivo)

2. Quando entrano in vigore i nuovi dazi?

  • Dal 4 giugno 2025 (già attivi): raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio (già attivo).
  • Dal 27 luglio 2025 (già attivi): dazi al 15% su gran parte dei beni europei (compresi vino, cosmetici, moda).
  • Dal 1 agosto 2025: dazi generalizzati tra il 15% e il 50% per Paesi senza accordi bilaterali con gli USA (tra cui Filippine, India, Cina).
  • Possibili nuovi dazi su farmaci e chip: annuncio previsto entro l’estate; applicazione condizionata a sviluppi geopolitici.

3. Come e quando vengono applicati i dazi?

I dazi non vengono pagati dall’azienda esportatrice europea, ma:

  1. Dal soggetto che importa la merce negli Stati Uniti (importatore, distributore o filiale americana).
  2. Al momento dello sdoganamento, cioè quando la merce arriva fisicamente in dogana USA.
  3. L’importatore deve versare il dazio doganale prima di poter ritirare i prodotti.

Questo genera tre scenari:

  • Il dazio viene scaricato sul prezzo di vendita finale, facendo aumentare i costi per il consumatore USA.
  • L’importatore chiede uno sconto all’esportatore europeo, riducendo il margine del produttore.
  • L’importatore assorbe il costo a discapito del proprio profitto.

Per le aziende che esportano negli USA è fondamentale rivedere:

  • La struttura dei prezzi export
  • Le condizioni Incoterms (FOB, CIF…)
  • I contratti con distributori USA
  • Le strategie di assorbimento o condivisione dei dazi

4. I nuovi dazi USA si sostituiscono o si sommano?

Dipende dal tipo di dazio:

  1. Se il nuovo dazio è una sostituzione (es. accordo USA–UE del 27 luglio 2025 con dazio fisso al 15%), sostituisce quelli precedenti. Quindi non si somma al vecchio dazio, ma lo ingloba.
  2. Se il nuovo dazio è aggiuntivo, per esempio un dazio selettivo o punitivo (es. acciaio/aluminio o dazi Section 301), si somma ai dazi esistenti. In quel caso si parla di dazi cumulativi.

ESEMPIO 1: VINO ITALIANO — dazio che sostituisce

Scenario attuale post-accordo USA–UE (luglio 2025):

  1. Dazio pre-esistente: 2,5%
  2. Nuovo dazio: 15% (fisso)
  3. Non si sommano → il dazio totale è 15%, non 17,5%

ESEMPIO 2: ACCIAIO — dazio che si somma

Scenario acciaio europeo esportato negli USA:

  • Dazio base esistente: 25%
  • Nuovo dazio punitivo (Section 232): +25%
  • Si sommano → dazio totale = 50%

Conclusione

I nuovi dazi USA al 15% rappresentano un cambio netto rispetto al passato e impattano in modo significativo settori chiave dell’export europeo. È fondamentale:

  • Verificare la voce doganale (HS Code) di ogni prodotto
  • Calcolare il nuovo prezzo export tenendo conto del dazio
  • Comunicare per tempo con i distributori/importatori americani

Fonti:

https://www.reuters.com/business/us-eu-strike-deal-with-15-tariff-avert-trade-war-2025-07-27
https://www.ft.com/content/c1737bd3-9a1f-471d-9ae3-b102d6e25625
https://apnews.com/article/31e52a6dda17f3b5d70475e1cd0002ca
https://subscriber.politicopro.com/article/2025/07/trump-medicines-tariff-will-cause-shortages-in-the-us-experts-warn-00462296
https://eutoday.net/us-eu-trade-agreement-sets-15-tariff-easing-tensions-and-stabilising-markets

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